“L’enigma
di Durres”: i mosaici della cappella nell'anfiteatro
La cappella fu scoperta nel
1966 all'interno dell'anfiteatro, di cui rioccupa due camere
della prima galleria. Dovrebbe trattarsi di un luogo di
culto cristiano costruito in memoria dei martiri cristiani,
forse Astion vescovo di Durres e certo S. Stefano, che è qui
rappresentato . Conserva gli unici mosaici
parietali dell'Albania, di stile piuttosto linearistico e di
difficile comprensione e datazione, così che hanno suscitato
interpretazioni molto diverse. La decorazione pittorica e
musiva occupa la parete occidentale, di fondo, e la parete
meridionale, mentre solo tracce di colore di affreschi quasi
del tutto perduti sono visibili sulla parete settentrionale
e sulla parte di soffitto rimasto (l'ambiente oggi è
riparato in gran parte da una copertura moderna). L’abside
è illuminata da una finestra bifora. La compresenza di
affreschi e mosaici fa supporre che in una prima fase di
vita del monumento si fosse pensato di coprire la cappella
di pitture, in un secondo tempo sostituite dda un
sovrastante programma musivo. Il pannello a mosaico che
ricopre la parete occidentale conserva una parte della
figura centrale della Vergine, affiancata da due angeli e,
più oltre, dalla Pace e dalla Sapienza. Sulla parete
meridionale è rappresentata una figura "imperiale", con
ricco manto e corona, nelle mani la croce e il globo che
simboleggia la maestà, affiancata da due angeli con lance e
sulla sinistra dalla figura di S. Stefano. Ai piedi della
figura “imperiale” sono rappresentati inginocchiati i due
committenti, un uomo e una donna. Sopra è scritta, in
greco, un'invocazione di protezione : "Signore, aiuta il
tuo servo Alessandro". Per questa scritta e per gli abiti e
i simboli imperiali del personaggio centrale tra i due
angeli, questo era stato interpretato, al momento della
scoperta, come l'imperatore bizantino Alessandro (inizi del
X sec.), datando quindi il mosaico al X secolo d.C. Oggi, tuttavia, la maggior
parte degli innumerevoli studiosi europei che si sono
occupati di questo enigmatico mosaico, ritengono che
l'immagine coronata sia una rappresentazione di Maria, Madre
di Dio, come Regina: una iconografia che non viene da
Costantinopoli, bensì da Roma, sostanzialmente contemporanea
all’analoga rappresentazione di Maria Regina nella chiesa di
S. Maria Antiqua a Roma. Questa interpretazione non si basa
solo sulla somiglianza della rappresentazione e dello stile,
ma anche sul fatto che fino all'VIII sec., pur se
politicamente legata a Bisanzio, Dyrrachion dipendeva
religiosamente dalla chiesa di Roma. In base a questa
teoria,i mosaici possono essere datati nella prima metà del
VII secolo (600 d.C.)
Mura bizantine
La posizione strategica in cui
si trova Durazzo, a controllo del basso Adriatico e
dell'accesso alla via Egnazia, ha sempre reso la città punto
fondamentale per chi avesse voluto controllare le vie di
comunicazione terrestri e marine dall'Italia all'Albania e
viceversa; per difendere questa importante città furono
erette possenti mura, note dalle fonti antiche e dai resti
archeologici. Un autore del VI sec. d.C.,
Giovanni Malalas, attribuisce all'imperatore Anastasio I la
costruzione di tre cerchie di fortificazioni a Durazzo, ma
della terza cerchia non resta traccia. Gli scavi condotti
presso le mura Sud, di fronte al porto, nel 2001-2002 hanno
chiarito che almeno in questo tratto il circuito murario
bizantino si sovrappone a quelli precedenti, romano e
greco-ellenistico. Le fortificazioni che ancora
oggi sono visibili sono comunque quelle bizantine, costruite
in un periodo compreso tra il regno dell'imperatore
Anastasio I e quello di Giustiniano (tra 490 e 540 d.C.).
Le mura sono costruite in laterizi e malta, con un perimetro
calcolato in 4400 m, un'altezza che ancora oggi in taluni
tratti arriva ai 12 m e una serie di torri a pianta
poligonale poste ad un intervallo di 60-65 m l'una
dall'altra. Alcune di queste, come quella alla vostra
destra, sono decorate da croci e archetti in rilievo,
realizzati sempre in laterizio. Alcuni dei mattoni della
costruzione hanno bolli con il monogramma di Anastasio o
Giustiniano o simboli cristiani, come il pesce a rilievo di
uno dei mattoni dell’arco che avete appena passato. Questo sistema difensivo
rimase in piedi fino al Medioevo: successivamente ai danni
causati dal terremoto del 1273, Angioini e Veneziani
eseguirono lavori di riparazione e adattamento, mediante
l'inserimento di poderose torri circolari e ridussero lo
spazio urbano costruendo una seconda, più piccola cinta
fortificata.
I monumenti invisibili
La città romana si trova
dunque sotto l'attuale centro della città, ad una profondità
compresa fre i 3 e i 5 metri. Questo fatto costituisce un
grave rischio per la conservazione dei monumenti antichi,
nell’attuale situazione di frenetico sviluppo edilizio:
spesso le fondazioni delle nuove costruzioni distruggono gli
antichi edifici, dotati di pregevoli pavimentazioni a
mosaico. Solo un’oculata pianificazione urbanistica, che
tenga conto dell’esistenza di questo “museo sotterraneo”,
può salvare un patrimonio inestimabile di arte e una grande
risorsa turistica e culturale.
La citta’
fra il VII e il XI secolo
Durante il VII secolo
Durrachion fu una fortezza bizantina importante nei Balcani.
Fra le citta’ dei Balcani, fu
l’unica a vivere in una relativa tranquillita’. Dopo la
fioritura sotto Anastasio I e Giustiniano, anche
l’imperatore Maurizio Tiberio (582-602) realizzo’ alcune
importanti strutture nella citta’ e altrettanto fece
l’imperatore Eraclio (610-641).
I lavori di fortificazione
della citta’ sono legati alla figura dell’imperatore
Anastasio I (491-518) che era originario di Durres.
La fortificazione ha una forma
trapezoidale con un perimetro di 44.000 m : le mura
circondano un’area di 120 ettari. La tecnica di costruzione e’
in laterizi legati da alti strati di malta. Si calcola che
siano stati utilizzati 15 milioni di mattoni. Il muro e’ ulteriormente
rafforzato da torri di forma poligonale distanti 60/65 metri
una dall’altra. Durante i secoli VII-XII
Durazzo rimase uno dei principali centri vescovili, la
diocesi era molto ampia e il ruolo dei suoi vescovi assai
rilevante. Nel concilio di Costantinopoli del 691-692 era
presente il vescovo metropolita di Durres. Anche nel
concilio di Nicea del 787 era presente Niceforo,
qualificato come vescovo di Durres, della provincia di
Durres e della regione dell’Illirico. Nelle cronache bizantine dei
secoli VIII-IX si parla della regione di Durres come di una
delle piu’ grandi ed importanti della costa adriatica e
come base della flotta militare bizantina e sede del suo
comandante. Durante i secoli VII e VIII la citta’ fu in
contatto diretto con Costantinopoli e Tessolinica e con
altre citta’ bizantine. Dopo l’820 d.C. la citta’
conobbe una fase di rinascita con la creazione del Tema
(regione amministrativa e militare bizantina), che ha dato
un nuovo impulso all’attivita’ economica. Fino alla fine del
X sec. Durres rimase un centro episcopale, con 15 sedi
episcopali ( fra qui Stefania, Kroia, Kunavja, Elisoni
ecc.). Fu costruito anche un monastero fra 813 e 826. Durante i secoli VII- VIII ci
fu qui una intensa produzione di oggetti metallici ed anche
di ornamento personale, come fibule, fibbie, anelli ed
orecchini che venivano anche esportati ed anche una
produzione vetraria.
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