Il progetto Durres

Storia e monumenti della città
 

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Storia e monumenti della città

Due progetti per Durrës

Studi e ricerche nell'anfiteatro

Bibliografia

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La città tardoantica
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L'esercito del re dei Visigoti Alarico arriva fino al territorio dei Taulantini

459 d.C.

Incursione di Valamire re ostrogoto fino a Dyrrachion

479/80 d.C.

Teoderico, re dei Goti, assale e prende la città. Vi torna nel 487 per imbarcarsi per  l’Italia

480-519 d.C. A Dyrrachion nasce l’impertore Flavio Anastasio I che abbellisce la città con 3 cerchia di mura
522 d.C.

Danneggiata da un terremoto, viene fortificata da Giustiniano I. Lo stesso imperatore, nel 533, offre asilo e la casa più bella a Amalasunta regina degli Ostrogoti. La regina vi fa portare su una nave tutti i suoi beni e 400 centenari d'oro

530 d.C.

A Durrachion si incontrano il generale  Belisario e l'esercito bizantino proveniente da Costantinopoli, di qui partono per la riconquista dell’Italia occupata dai Goti

544 d.C.

Proc., De aedificiis, cita 44 fortezze illiriche  costruite da Giustiniano fra cui Durazzo

545 d.C. Gli Sclavini devastano l’Illirico
586 d.C.

 

Gli Slavi devastano l'Epirus vetus, fin quasi a Durrachium, ma la città è risparmiata

La fase bizantina segna un radicale cambiamento della struttura urbanistica della città, non nella rete stradale o nel sistema idraulico e fognario, che sono sostanzialmente mantenuti attivi o addirittura potenziati, ma nell’importanza degli spazi all’interno della città: sono abbandonati i luoghi politici e di culto pagani e sorgono quelli cristiani, spesso a margine dell’area urbana romana: è il caso della cappella di S. Stefano nell’anfiteatro. Inoltre, per la prima volta i morti si seppelliscono in città, vicino alle chiese. Il cambiamento può essere stato accelerato dal rovinoso terremoto e maremoto del 345/346. La trasformazione dipende soprattutto dalla formidabile accentuazione del ruolo strategico della città nel quadro dei rapporti fra Oriente e Occidente. Dopo la fondazione di Costantinopoli ed il prolungamento della via Egnatia fino alla nuova capitale, Dyrrachium divenne una cerniera strategica fondamentale per i collegamenti fra le due parti dell’impero. Per questo motivo, fu potentemente fortificata, già dal IV sec.d.C. ma soprattutto agli inizi del VI secolo, ad opera dell’imperatore Anastasio I, che secondo gli storici bizantini costruì anche  un ippodromo. Dopo  un altro  terremoto, la ricostruzione e rifortificazione fu opera dell’imperatore Giustiniano. In questa città che in questo periodo (V e VI sec.d.C ) accolse membri della più alta aristocrazia, re, come Teoderico l'Amalo, e regine, come Amalasunta, non sono state trovate finora abitazioni lussuose e pochi sono i resti degli edifici di culto cristiano a cui appartennero i numerosi capitelli ora raccolti in museo, reimpiegati come materiale da costruzione nelle fortificazioni medievali: oltre alla cappella dell’anfiteatro, vero “enigma di Durres” per i suoi mosaici e pitture, solo i recentissimi scavi nel centro della città hanno trovato i resti di un grande  edificio religioso e di uno spettacolare foro circolare realizzato in marmo del Proconneso. Nonostante le vicende e i ripetuti assalti che la città dovette sopportare, la vivacità di Durazzo in età bizantina fu notevolissima: almeno due diversi atelier di mosaicisti lavorarono alla decorazione della Cappella di S. Stefano e della basilica di Arapaj. Scalpellini locali realizzarono i numerosi capitelli e le decorazioni architettoniche in pietra di V-VI sec. raccolte nel Museo. La città, che ancora nel IV secolo scriveva in latino, nel VI appare diffusamente grecizzata ma probabilmente era biligue.

 

I monumenti visibili

Il mosaico di ciottoli noto come “la Bella di Durrazzo” fu scoperto nel 1918 a m-5 di profondità, nel centro della città moderna. Fu subito ricoperto per preservarlo. Di nuovo scoperto negli anni Sessanta, fu distaccato e trasportato nel Museo Nazionale di Tirana nel 1981, dove è attualmente esposto. E’ datato alla fine del IV sec.a.C.; probabilmente era il fondo di una vasca absidata in una lussuosa abitazione. E’ realizzato in piccoli ciottoli colorati. Il  delicato volto femminile, di dea o ninfa, con i capelli raccolti in una cuffia (sakkos) è girato con grazia a sinistra e circondato da un rigoglioso motivo vegetale di rami ricurvi, nastri e fiori. E’ uno splendido esempio dell’arte del mosaico di ciottoli che in quegli stessi anni decorava i palazzi dei sovrani e della corte macedone, a Pella. Tirana, Museo Storico Nazionale.

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La cappella bizantina dell'anfiteatro

FIG. 14 La cappella bizantina dell'anfiteatro

  Mosaico del lato sud dell'anfiteatro

FIG. 15 Mosaico del lato sud della cappella di S.Stefano

mura della città

mura della città

FIG. 16-17 Le mura della città

Foro circolare della città bizantina

FIG. 18 Foro circolare della città bizantina