Il progetto Durres

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627 a.C.: La nascita di una città

La baia di Durres è sovrastata da colline a picco sul mare Adriatico, e in più dolce pendio verso l’interno, dov’era fino agli inizi del XX secolo la palude di Keneta. Agli antichi questo territorio sembrava  un approdo favorevole e riparato verso l’interno, ricco di acque e di terre fertili. Benché queste colline fossero state occasionalmente frequentate dall’uomo fin dal paleolitico, non sono stati ancora riconosciuti insediamenti dell’età del bronzo e del ferro (sec. XIII-VIII a C.). Dopo contatti sporadici nel periodo” geometrico” (IX-VIII sec.a.C.) fra mondo greco ed illirico, nel VII secolo si  intensificarono  i rapporti fra i Greci (Ioni, Corinzi) e gli  Illiri Taulantini, che abitavano questa regione e la cui economia era in forte espansione. Ciò fu la premessa della fondazione della città, all’epoca della 38a Olimpiade (fra 630 e 625 a.C.), da parte di coloni greci provenienti da Corcyra (Corfù), Corinto e altre città doriche, guidati da Phalios, un aristocratico di Corinto che si diceva discendente dal mitico eroe Eracle: per questo, gli abitanti della città adorarono Eracle come loro fondatore mitico.   

Una città, due nomi : Epidamnos/ Dyrrhachion

Le fonti antiche  (Strabone, Livio, Appiano, Pausania, Stefano di Bisanzio) attribuiscono alla colonia greca due nomi : Epidamnos e Dyrrachion e fanno ricorso a leggende mitologiche per spiegare questa ambiguità. Un re indigeno, Epidamnos, avrebbe fondato qui una fortezza. Sua figlia Melissa avrebbe avuto dal dio del mare, Poseidon, un figlio chiamato Dyrrachios che avrebbe fondato la città portuale. Archeologi e storici  discutono ancora se un nome  indicasse il centro pre-coloniale illirico, posto sulla collina (finora non trovato) e l’altro la colonia greca, posta in basso, attorno al porto. E’ certo invece che la fondazione della colonia greca sia avvenuta negli ultimi decenni del VII secolo: lo confermano i rinvenimenti di ceramica “illirica” e  “protocorinzia tarda” nelle tombe delle necropoli arcaiche  delle colline di Dautaj e Kokoman, utilizzate dal VII al II secolo a.C, e nelle vicinanze del porto attuale.

La città di epoca arcaica e classica

VI sec.a.C. Per un certo tempo dopo la fondazione, la città è occupata dai Bryghi e poi dai Taulantini, sostituiti poi dai Liburni( App. B.C. II, 39)
435 a.C. Scoppia una guerra civile, gli aristocratici di Epidamnos si rifugiano presso gli Illiri, intervengono Corinto e Corcyra per farli rientrare e ne nasce la guerra del Peloponneso che coinvolge tutta la Grecia (Thuc. I, 24-29; Diod. XII, 30, 2-4; 31, 2)

I motivi che spinsero le due città greche di Corinto e Corcyra a fondare Epidamnos/Dyrrachion erano diversi:

  • La necessità di controllare le rotte commerciali verso l’Adriatico Settentrionale, da cui provenivano materiali preziosi (ferro, metalli, ambra, cavalli, schiavi);
  • La necessità di controllare il percorso attraverso il ricco entroterra illirico, dove fiorivano agricoltura, allevamento, estrazione dell’argento e dove era in corso un intenso fenomeno di urbanizzazione;
  • La necessità di controllare il transito marittimo dalla Puglia alle coste illiriche, lungo il quale si svolgevano intensi traffici documentati dalla presenza di ceramiche “apule” a Epidamnos.

La scelta fu giusta: in poco tempo la città si sviluppò, divenne popolosa e potente al punto che poté costruire, nel 525 a.C. una cappella nel più importante santuario greco, Olimpia, un’iniziativa impegnativa e di grande prestigio. I rapporti dei coloni greci con gli Illiri furono sempre eccellenti, in particolare fra le due aristocrazie: anzi le due popolazioni si mescolarono liberamente, come dimostrano i molti nomi illirici che compaiono fra i magistrati della città e sui monumenti funerari. Il legame con le due madrepatrie non si allentò mai, ma dal punto di vista commerciale ad una iniziale predominanza di merci (ceramiche) di Corinto e Corcyra subentrò nel V sec.a.C., nel periodo in cui Atene fu leader incontrastato della Grecia, una netta prevalenza di ceramiche attiche. Alla fase arcaica e classica appartengono le già ricordate necropoli settentrionali (Dautaj e Kokoman), ed anche  due santuari “di frontiera”, che segnavano il limite settentrionale del territorio urbano sulla collina verso mare e verso l’interno e che, con le loro feste e fiere, contribuivano a far incontrare pacificamente indigeni e coloni: provengono da questi santuari alcune importanti terrecotte architettoniche di stile corinzio.

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Decorazioni architettoniche da un tempio arcaico del VI secolo

Decorazioni architettoniche da un tempio arcaico del VI secolo

FIG. 1-2:Decorazioni architettoniche da un tempio arcaico del VI secolo a. C.

Pithos da Corcira (VI secolo a.C.)

FIG. 3: Pithos da Corcira (VI sec. a.C.)

Pithos da Corcira (VI secolo a.C.)

FIG. 4: Stele attica (IV sec. a. C.)