Il progetto Durres

Storia e monumenti della città
 

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Storia e monumenti della città

Due progetti per Durrës

Studi e ricerche nell'anfiteatro

Bibliografia

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Testa di Hera:

La copia, di altissima qualità, datata al II sec.d.C.  ripropone la bellezza femminile di un originale greco della prima metà del IV sec.a.C.,nella sua versione divina e regale . La regina degli dei è infatti presentata in forme classiche, i capelli spartiti in due bande, un ampio diadema sul capo. Tirana, Museo Storico Nazionale

Il Loricato:

La statua in marmo greco “pentelico”del “loricato” (uomo con la corazza) di Durres, rinvenuta negli anni Sessanta del XX secolo in un'area settentrionale della città, insieme ad altri frammenti marmorei accatastati per riutilizzarli, per stile si può datare alla seconda metà del I sec. d.C.  L'alta qualità e le dimensioni superiori al vero fanno pensare ad una collocazione originaria presso un importante edificio pubblico e a un personaggio della famiglia imperiale giulio-claudia. I confronti con altri “loricati” conservati in diversi musei d'Europa (Parigi, Monaco di Baviera, Bologna e Olimpia) che rappresentano l'imperatore Nerone e le caratteristiche stilistiche della scultura sembrano suggerire che il principe sconosciuto di Durazzo sia da identificare proprio con Nerone (54-68 d.C.).

Tellus

Nel 2003, nel corso di scavi di emergenza per la costruzione di un edificio nell’area centrale della città, in prossimità del foro circolare, è stata scoperta una grande statua di dea seduta in trono, priva della testa. La statua era posta su un pavimento in lastre di marmo di un edificio di età romana, ma le difficili condizioni dello scavo non hanno consentito la comprensione del complesso, che in età bizantina era stato inglobato in un monumentale edificio a pianta centrale. La dea tiene in grembo due bambini ( Karpoi, piccoli geni delle stagioni) e  frutti (uva, melograni). E’ questa l’iconografia di Tellus, divinità romana corrispondente alla greca Ghé, e che rappresenta la fertilità e generosità della terra. In età romana imperiale, a partire dalla rappresentazione di questa divinità con questa stessa iconografia in una delle lastre dell’Ara Pacis a Roma, all’interno del messaggio politico imperiale trasmesso attraverso le immagini   Tellus è assunta a rappresentare la fecondità della natura in un quadro di armonia cosmica in cui tutti gli dei concordi favoriscono lo sviluppo dell’uomo: questa “pienezza dei tempi”, questa nuova età dell’oro è resa possibile dall’impero di Roma e dal saggio governo dell’imperatore. La complessità di questo significato politico, legato evidentemente alla celebrazione imperiale, la preziosità del materiale ( marmo pentelico) in cui la statua è stata realizzata e l’alta qualità della lavorazione fanno ritenere che quest’opera sia stata eseguita nella prima metà del II secolo d.C., sotto il regno di Traiano, per decorare un monumento pubblico. Successivamente, in età bizantina, alla fine del V secolo, essa dovrebbe essere stata collocata in un diverso edificio, sempre pubblico  e di grande impegno monumentale, probabilmente  il vestibolo di una residenza imperiale o di un altissimo rappresentante dell’imperatore. Ricordiamo che l’11 aprile del 491 appunto a Dyrrachion era nato l’imperatore Anastasio I. La struttura, scoperta e rimessa in luce dagli scavi di emergenza, è stata distrutta dalla costruzione del nuovo edificio.

Foro circolare - Macellum

Posto subito a O delle terme, scavato da A.  Hoti  nel 1987,  questo imponente edificio datato fra IV e VI sec. d.C. dai materiali ritrovati  presenta un colonnato circolare con un raggio di m 18  che definisce uno spazio centrale pavimentato in lastre di marmo (alcune con iscrizioni e monogrammi) , in mezzo al quale è un basamento ottagonale a gradini (per una statua?) ed un pozzo. Dietro il corridoio colonnato si articola una serie di ambienti radiali, con funzioni produttive (anche di artigianato metallurgico), solo in parte indagate. Nella sua parte di rappresentanza pubblica, l’edificio è interamente realizzato in marmo greco del Proconneso, qui  importato con uno sforzo economico eccezionale, che solo un imperatore poteva attuare (Anastasio I o Giustiniano).

L’Anfiteatro

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