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a.C. |
Roma acquista Brundisium e ne fa una colonia latina nel 241,
essendo interessata ai traffici con l' Illirico e la Grecia
(Cassio Dione,
tramite
Zonara 8,7,3) |
Nei due secoli
IV e III a.C. a Epidamnos/Dyrrachion si succedono influenze
politiche e culturali diverse, che interferiscono fra loro e
si sovrappongono, e che corrispondono al sorgere di nuovi
potentati in quest’area adriatica : l’influenza delle
due cittą madri, Corinto e Corcyra prosegue ancora ed anche
quella del regno illirico, ma accanto a queste si fa sempre
pił consistente il peso culturale del regno di Macedonia,
mentre si affaccia sull’Adriatico la potenza romana che alla
fine del III sec.a.C. fa di Dyrrachion una base
militare per le operazioni contro la temibile flotta della
regina illirica Teuta. Proseguono e si rafforzano i contatti
con Taranto, messi in evidenza dall’importazione di
ceramiche apule ora prevalenti su tutti gli altri prodotti
ceramici importati. Si accentua il ruolo della cittą come
cerniera fra Grecia, Illiria e Italia. La pacifica
convivenza fra componenti etniche e sociali diverse č
regolata anche dalla celebre costituzione della cittą, che
si dice scritta dal grande filosofo greco Aristotile. A
questa fase appartengono le necropoli a N e NO (Dautaj,
Kokomani, Spitalla), lungo la strada che congiunge il centro
urbano con Porto Romano, e una serie di santuari
extraurbani: ai due santuari di frontiera della collina di
Dautaj si aggiunge quello detto di Afrodite, il cui
deposito votivo ha restituito centinaia di figurine di
terracotta rappresentanti varie divinitą ed il santuario in
localitą Keneta, ora ricostruito nel giardino del
museo. Si riferiscono a questo stesso periodo un tratto di
mura trovato nel 2002 al di sotto di quelle romane e
bizantine nel lato meridionale, verso mare, e alcune
abitazioni private: quella della seconda metą del IV
sec.a.C. , nella parte settentrionale della cittą, in
cui fu trovato il mosaico di ciottoli della “bella di
Durazzo” e quella nel “Parc Rinia che comprendeva una grande
corte scoperta con colonne (il tipo č detto “ a pastas”),
magazzini, stanze con semplici pavimentati a mosaico, tetti
coperti di tegole con i marchi dei pritani, i magistrati
della cittą. La casa, databile fra la fine del III e gli
inizi del II sec.a.C fu in uso fino agli inizi del I
sec.a.C. : fu distrutta e abbandonata intorno alla
metą del secolo, forse in seguito al terremoto del 57 a.C. e
al successivo spostamento verso il piano dei quartieri
residenziali pił prestigiosi. Appartiene a questo periodo
ellenistico anche un atelier ceramico di III a.C ai piedi
della collina di Dautaj, dove si trova buona argilla e
sorgenti naturali.
Produceva fini coppe da mensa (“megaresi”).
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